La religione e i riti

L’idea di scrivere questo articolo inerente alla questione della religione e dei riti mi è venuta in mente grazie alla mia amica Eleonora Serra, la quale ha scritto il libro intitolato “I cento comandamenti dello schiavo“.

Discutendo ieri con lei, per l’appunto Eleonora, mi è venuta in mente questa riflessione.

Molti di noi vivono di riti.

Non mi riferisco tanto alla religione in sé quanto allo stile di vita.

Molti di noi vivono seguendo dei ritmi “sociali” quasi imposti.

Vi è la religione ma vi sono anche tanti altri ambiti della vita umana.

Se in passato la vita di una persona era dettata dai precetti religiosi oggi questi ultimi sono sostituiti dal lavoro, dalla vita sociale e da altre situazioni.

Per esempio, una persona si alza al mattino alla stessa ora, fa colazione, si lava i denti e fa le cose che si fanno in bagno e va al lavoro.

Dopo aver lavorato, torna a casa, cena, magari, guarda anche un po’ di televisione e poi va a dormire.

Così, riprende la stessa “liturgia” nel giorno dopo.

Se il lavoro di questa persona comportasse dei turni anche nei giorni festivi, il tran tran si ripresenterebbe anche in quei giorni.

In passato, vi era la religione, la quale è vista come l’esempio negativo di ritualismo castrante dall’uomo di oggi.

Però, l’uomo di oggi è schiavo di altri ritualismi.

Oggi, vi è un forte secolarismo e la religione è ridotta all’ambito della vita privata.

Eppure, certi ritualismi di massa ci sono ancora e sono anche accentuati.

L’esempio che ho fatto prima calza a pennello.

Col Covid, si è creata una pseudo-religione, la pseudo-religione del Green Pass, del vaccino ecc.

Gli hub vaccinali sono diventati le nuove cattedrali e il vaccino è diventato il nuovo idolo.

Una visione come quella che c’è stata nei tre precedenti anni, che è stata spacciata per scientifica, in realtà è stata una visione anti-scientifica perché (come ho scritto altre volte) la scienza ammette il dubbio.

Dunque, l’uomo di oggi è più schiavo dei ritualismi di quanto non lo sia stato quello di epoche precedenti, come il Medioevo.

Oggi, la parola d’ordine è “massificare”.

Non c’è spazio per il pensiero dell’individuo.

Tutti debbono seguire gli stessi riti per non essere buttati fuori dalla società.

Questo è paradossale ma, guardando bene le cose, risponde a verità.

Forse, noi dovremmo recuperare quella dimensione interiore che avevano coloro che vivevano nelle epoche precedenti alla nostra.

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