L’amicizia, un discorso complesso

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Quando si parla di amicizia, si parla di un tema molto complesso e difficile da trattare in maniera seria e approfondita.

Visto che il Santo Natale si avvicina, trovo giusto trattare un tema simile e lo faccio anche rifacendomi al mio ebook intitolato “Amicitia: heri et hodie”.

Persino un uomo abietto come re Enrico VIII d’Inghilterra credeva nell’amicizia.

Basta ricordare la storia del duca di Suffolk Charles Brandon.

In realtà, si tratta di un discorso molto complesso.

Si ritiene che sia un rapporto amicale il mangiare alla stessa tavola, magari per farsi gli auguri di Natale.

Io penso che non sia così.

Anzi, chi pensa che per essere amici basti cenare insieme commette un errore.

Una cena può andare bene ma essere amici è ben altra cosa.

Infatti, essere amici significa, prima di tutto, rispettarsi vicendevolmente.

Un amico si accetta per quello che è, coi suoi pregi e i suoi difetti.

Essere amici vuole dire anche esserci nel momento del bisogno.

Magari, una persona potrebbe non chiedere aiuto a un suo amico, per vergogna, ma se il suo amico si accorgesse di qualcosa di strano che quella persona ha per un problema in cui si trova, potrebbe aiutarla con discrezione, in modo da non metterla a disagio.

Se poi quella persona chiedesse aiuto, l’amico potrebbe dare ciò.

Forse, oggi, il valore dell’amicizia è sempre più legato all’utilità materiale.

Ergo, si è amici solo se c’è un vantaggio materiale.

Ciò non è amicizia ma è un mercanteggiare.

Purtroppo, gli effetti questo pensiero si vedono.

Forse, il Natale potrebbe aiutarci a riflettere su questo tema.

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