L’arte in declino

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Scrivo questo articolo sull’arte per condividere con voi una riflessione. L’articolo mi è stato ispirato dalla mia amica Eleonora, la quale mi ha taggato su Facebook in un video in cui si vede una specie di artista svedese che mette una pila di secchi rossi pieni di sabbia che cadono.

Prima di trattare l’argomento, ringrazio Eleonora.

Oramai, è di fatto la mia musa ispiratrice. Se si facesse pagare per le idee che mi dà, tra poesie e articoli, finirei sul lastrico.

Quella ragazza è un vulcano ed è anche simpaticissima.

Comunque, Eleonora merita la mia riconoscenza.

Ora, tratto il discorso inerente all’arte.

Oggi, si spaccia per qualcosa di artistico anche la tazzina di caffè che è raffigurata qui sopra e che ho appena bevuto.

L’arte è una cosa seria ma questo concetto, al giorno d’oggi, non c’è più.

Mi viene in mente l’ultima edizione del Festival di Sanremo che c’è stata.

Sicuramente, questa edizione del noto festival canoro non sarà ricordata per la musica ma per certi messaggi politici ed ideologici con un forte carattere trash.

Per esempio, ci si deve chiedere cosa ci sia di culturale, per esempio, in ciò che fa un rapper che strappa la foto di un politico o di un cantante che mima atti sessuali con un collega.

Quest’ultimo caso è quello di Rosa Chemical che ha mimato un atto sessuale con il rapper Fedez.

Come ho scritto prima, l’arte è una cosa seria.

Io sono rimasto scioccato quando Papa Francesco ha invitato anche quello pseudo-artista che nel 1987 mise un crocifisso nell’urina.

Da cattolico, sono sbigottito e sono scioccato dal fatto che colui che dovrebbe essere il vicario di Cristo abbia invitato quel personaggio.

Quando penso all’arte, penso ai templi egizi, ai monumenti greci e romani, ai castelli e alle chiese paleocristiane, bizantine, romaniche, gotiche, rinascimentali, barocche, rococò e neoclassiche.

Penso a edifici come la basilica di Santa Sofia di Costantinopoli, l’attuale Istanbul, la cattedrale di Notre Dame di Parigi e la sinagoga di Toledo.

Penso anche al castello di Fontanellato o a quello del Catajo.

Mi vengono in mente anche la cappella Colleoni di Bergamo, la sala dei Giganti di Palazzo Te di Mantova, il Colosseo, l’arco di Costantino, il duomo di Monreale e quello di Catania.

L’arte è una cosa seria.

Non chiamiamo “arte” ciò che tale non è.

Una pila di secchi pieni di sabbia potrebbe essere fatta anche mia nipote, la quale ha sette anni e saprebbe fare il tutto molto meglio di quello pseudo-artista svedese.

Questa epoca rifiuta ciò che è bello e queste deve farci riflettere sullo stato putrescente della nostra civiltà.

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