Le cascate delle Marmore, un esempio dell’opera umana

cascate delle Marmore

Una persona che non conosce la storia e vede per la prima volta le cascate delle Marmore fa un’apologia della natura.

In realtà, le cascate delle Marmore sono un esempio perfetto di ciò che può fare l’uomo.

Infatti, si tratta di cascate artificiali.

Esse furono un’opera dei Romani.

Nel 271 AC, il console romano Marco Curio Dentato decise di mettere in piedi un’opera ingegneristica per bonificare la zona del Lago Velino.

Infatti, i depositi di materiale trasportati dal fiume Velino, furono bloccati nella Conca Velina, la quale divenne un lago.

Così, il console decise di costruire un canale, il Cavo Curiano, che portò l’acqua del lago al fiume Nera, affluente del Tevere.

Questo canale fece confluire l’acqua nel salto naturale delle Marmore, e da lì esse poterono andare nel Nera.

Così, nacquero le cascate delle Marmore, le quali negli anni divennero una vera attrazione, anche se all’inizio questo portò anche ad un contenzioso tra la città di Rieti e quella di Terni.

I ternani, infatti, si sentivano minacciati dalle piene del Velino.

Così, fu imbastita una causa di fronte al console Appio Claudio Pulcro (97 AC-49 AC) e i Reatini chiamarono Cicerone a imbastire la loro causa.

Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, 476 DC, il Cavo Curiano non fu più manutenuto e si ostruì.

Fu Papa Martino V (Oddone Colonna, 1365-20 febbraio 1431) a riaprire il Cavo Curiano, portando avanti un intervento del suo predecessore, Papa Gregorio XII.

Nel 1545, Papa Paolo III incaricò Antonio da Sangallo nella costruzione di un nuovo canale, il Cavo Paolino.

Quest’ultimo funzionò solo per cinquant’anni.

Così, nel 1598, Papa Clemente VIII incaricò Giovanni Fontana di costruire un ponte regolatore, dopo l’ampliamento del Cavo Curiano.

Per ordine di Papa Pio VI, l’architetto Andrea Vici modellò i balzi, dando alle cascate l’aspetto attuale.

Le cascate delle Marmore ebbero molti visitatori, come molti Papi, Galileo Galilei, Vittorio Alfieri, Gioacchino Belli e persino lord Byron.

Vi è anche una leggenda raccontata dal leggendario Gnefro, secondo la quale la ninfa Nera si innamorò del pastore Velino.

La dea Giunone si arrabbiò per questo amore proibito e trasformò Nera in un fiume.

Credendo che la ninfa stesse affogando in quelle acque, Velino si gettò in esse con un grande salto e, con grande compassione e per evitargli una morte certa, Giove lo trasformò nel fiume Velino.

In questo modo, i due innamorati rimasero uniti per l’eternità.

Ancora oggi, esse affascinano molte persone.

Le cascate delle Marmore funzionano anche per la produzione di energia idroelettrica.

Così, l’utile si unisce al dilettevole e la praticità si unisce alla bellezza.

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