L’ignoranza, una piaga sociale

ignoranza

Auguro a tutti un felice anno nuovo che io ho scelto di iniziare con un articolo sull’ignoranza, una piaga sociale.

Ho già dedicato qualche articolo a questo tema.

Questa riflessione mi è venuta in mente ieri, dopo un’accesa discussione e durante la Santa Messa di ringraziamento.

Tra le richieste che ho fatto in preghiera al Signore vi è stata quella di far fiorire la conoscenza in questo mondo nel quale l’ignoranza è vista come un vanto.

Purtroppo, questo mondo è distopico.

In un mondo normale, l’ignoranza non è un vanto.

Se io fossi al posto del Padre Eterno, renderei l’ignoranza un peccato mortale, un peccato punibile con l’Inferno.

Con il termine “ignoranza” non intendo tanto il non conoscere le discipline e le nozioni ma il non volere sapere le cose, la mancanza di “fame di conoscenza”.

Questa è la vera ignoranza e a me dà il voltastomaco.

Ciò è sottovalutato.

Per esempio, quando si parla di una persona che iniziò a lavorare da giovane e senza nemmeno diplomarsi, si dice: “Quella persona iniziò a lavorare da giovane e si fece da sé ed oggi è realizzata. Quella persona è da ammirare“.

Io potrei contestare tale frase con questa domanda: “Una persona che studiò, si diplomò e arrivò anche anche alla laurea e che oggi è realizzata non è da prendere come esempio“.

Anche studiare comporta dei sacrifici.

Molto probabilmente, se non avessi avuto qualche vicissitudine economica, anch’io sarei andato all’università.

Quando dico ciò, mi viene detto: “Potevi lavorare e studiare“.

Entro una certa misura, ciò è vero.

Però, una persona che studia non può certo fare un lavoro di otto ore al giorno.

Chi studia non può fare un lavoro a tempo pieno.

Può fare dei lavoretti part time o da cameriere, lavoretti che vanno bene per guadagnare qualche soldo ma si devono sempre affrontare delle spese ingenti.

Per esempio, le università si trovano in città come Milano e Roma.

Una persona che abita in quelle città non ha problemi.

Per esempio, a Roma ci sono delle università.

Un romano non ha problemi.

Ha già la casa in loco.

Al contrario, una persona che viene da fuori deve affittare una casa in loco e gli affitti sono alti.

Lo erano anche nel periodo nel quale studiavo io.

Io abitavo a Roncoferraro, ove abito tuttora.

Se io avessi scelto di fare l’università, cosa che avrei voluto fare, avrei dovuto pagare la retta e le varie tasse ma poi mi sarei dovuto accollare anche l’affitto di una casa, visto che, come ho scritto prima, le università si trovano in città come Milano, Bologna o Roma.

Avrei potuto fare un lavoretto ma quel lavoretto mi avrebbe potuto anche non dare il sostentamento che mi sarebbe servito e avrei dovuto continuare a chiedere i soldi ai miei genitori.

L’alternativa sarebbe stata il pendolarismo ma anche il pendolarismo avrebbe comportato dei costi.

Con questo discorso, spero di avere smentito certi giudizi su di me.

Una persona che, sulle mie cose, mi dice: “Io giudico quello che vedo” per me (con tutto il rispetto) è una persona che non ha capito nulla.

Nessuno ha il diritto di giudicare nessuno.

Anche questa è una forma di ignoranza.

In una persona c’è quello che si vede ma ci sono anche cose che non si vedono.

Mi viene in mente il famoso affresco realizzato da Leonardo Da Vinci nel 1503, affresco intitolato “La battaglia di Anghiari”.

Questo affresco, stando a certe informazioni, si troverebbe nella Sala del Gran Consiglio di Palazzo Vecchio, a Firenze, dietro un altro affresco fatto da Giorgio Vasari.

Ogni persona ha una storia che tutti conoscono ma può averne anche una ignota.

Comunque, vado avanti, visto che il tema è importante.

Come ho scritto prima, la vera ignoranza è la mancanza di fame di sapere.

Questo è veramente triste.

La gente ascolta ciò che dice la televisione e legge ciò che è scritto sui giornali ma non va oltre.

Non cerca di capire le cose.

Da ciò non può nascere nulla di buono.

Al contrario, la gente dovrebbe porsi delle domande.

Il filosofo latino Seneca disse: “Beatus nemo dici potest extra veritatem proiectus“, ossia “Nessuno lontano dalla verità può dirsi felice”.

Il Concilio Laterano IV del 1215 definì l’ignoranza “madre degli errori“.

Baruch Spinoza affermò: “L’origine del male è nell’illusione, nell’ignoranza fondamentale […] La liberazione dal male è nella conoscenza, che separa il punto di vista dell’assoluto e dell’eterno (in cui non vi è male, ma solo perfezione) da quello del relativo e dell’apparente (in cui il male è reale)“.

Bisogna sempre cercare la conoscenza e il sapere.

Invece, molti non fanno ciò.

Mi vengono in mente i testimoni di Geova.

Essi leggono la Bibbia e la studiano.

Conoscono il libro sacro a menadito.

Però, non accettano il confronto con altri scritti.

Certo, la Bibbia è verità e da cattolico lo so molto bene ma delle “fiammelle di verità” sono presenti anche in altri scritti.

Non tutto ciò che non è strettamente biblico viene da Satana.

Del resto, come ho scritto anche nel mio ultimo ebook, quello intitolato “L’Inferno delle fobie“, so che i testimoni di Geova scoraggiano l’istruzione universitaria dei propri figli.

Questo è uno stralcio preso dal sito dei testimoni di Geova:

Possibili pericoli sul piano morale e spirituale dell’istruzione universitaria

 Un proverbio biblico dice: “L’accorto vede il pericolo e si nasconde” (Proverbi 22:3). I Testimoni di Geova ritengono che l’ambiente di alcune università o di istituti simili nasconda pericoli sul piano morale e spirituale. Per questo motivo, molti di loro decidono di non esporre sé stessi o i propri figli a un ambiente di questo tipo, dove tra l’altro vengono spesso promosse idee errate come quelle che seguono.

  •  Idea errata: I soldi garantiscono un futuro felice e stabile Spesso si pensa che l’istruzione universitaria garantisca un lavoro ben retribuito, quindi sempre più studenti frequentano l’università principalmente con l’obiettivo di arricchirsi. Alcuni sperano di assicurarsi un futuro felice e stabile grazie al denaro. Tuttavia la Bibbia mostra quanto sia superficiale un modo di pensare del genere (Ecclesiaste 5:10). Cosa ancora più importante, la Bibbia insegna che “l’amore del denaro […] è la radice di ogni tipo di male” e spesso fa perdere la fede (1 Timoteo 6:10). I Testimoni di Geova fanno il possibile per non cedere al “fascino ingannevole delle ricchezze” (Matteo 13:22).
  •  Idea errata: Si dovrebbe aspirare al prestigio o alla posizione elevata che l’istruzione universitaria può garantire A proposito di un’idea diffusa nel suo paese, Nika Gilauri, un ex primo ministro georgiano, ha scritto: “Avere una laurea è considerato uno status symbol quasi obbligatorio in Georgia. [Nel passato] un giovane che non si laureava era una disgrazia per la sua famiglia”. g Contrariamente a questo modo di pensare, la Bibbia avverte dei pericoli a cui va incontro chi cerca di raggiungere fama e potere. Ai capi religiosi del suo tempo, che erano alla costante ricerca di gloria per sé stessi, Gesù disse: “Come potete credere, se vi date gloria gli uni gli altri?” (Giovanni 5:44). L’ambiente universitario potrebbe far sviluppare un atteggiamento superbo, che Dio odia (Proverbi 6:16, 17; 1 Pietro 5:5).
  •  Idea errata: Ognuno deve decidere per sé cosa è giusto e cosa è sbagliato I Testimoni di Geova si conformano alle norme stabilite da Dio su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato (Isaia 5:20). Stando però a un articolo pubblicato sul Journal of Alcohol and Drug Education, molti studenti universitari vengono spinti dai loro colleghi a “prendere decisioni che sono contrarie a quello che sanno essere giusto o sbagliato”. h Questa dichiarazione trova conferma nel principio biblico che dice: “Le cattive compagnie corrompono le buone abitudini” (1 Corinti 15:33). Spesso nell’ambiente universitario sono comuni, e vengono perfino incoraggiati, comportamenti che Dio disapprova, come ubriachezza, uso di droghe e sesso tra persone non sposate (1 Corinti 6:9, 10; 2 Corinti 7:1).
  •  Idea errata: L’istruzione universitaria è la chiave per migliorare la società Riconosciamo che molti non considerano l’istruzione di tipo universitario un mezzo per ottenere ricchezza, prestigio o piaceri illeciti, ma un modo per migliorare sé stessi e la società. Questo è sicuramente un obiettivo nobile, ma i Testimoni di Geova hanno deciso di raggiungerlo in un altro modo. Come Gesù, crediamo che solo il Regno di Dio potrà rendere il mondo un posto migliore (Matteo 6:9, 10). Questo comunque non vuol dire che aspettiamo passivamente che il Regno risolva i problemi del mondo. Piuttosto, seguiamo l’esempio che ci ha lasciato Gesù e parliamo della “buona notizia del Regno” in tutta la terra, aiutando così centinaia di migliaia di persone ogni anno a cambiare la loro vita in meglio (Matteo 24:14). i

I Testimoni di Geova tengono lezioni di catechismo per i più giovani?

 No. Noi non separiamo adulti e bambini quando si tratta di dare una formazione religiosa. Dalla Bibbia comprendiamo che Dio non desidera che nel culto si facciano distinzioni di età. Ad esempio, Dio stesso comandò alla nazione di Israele: “Raduna il popolo, gli uomini, le donne, i bambini e gli stranieri che risiedono nelle tue città, perché ascoltino, conoscano e temano Geova tuo Dio, e abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa Legge” (Deuteronomio 31:12). Alle nostre riunioni facciamo proprio questo, infatti tutti i componenti della famiglia sono incoraggiati a sedersi vicini. In questo modo i genitori sanno quello che ascoltano i figli e riescono meglio ad assolvere la responsabilità di dare loro un’istruzione religiosa (Efesini 6:4)“.

Io non penso che Dio voglia ciò.

In primo luogo, chi intendono definire per “cattiva compagnia”, i testimoni di Geova?

Intendono definire coloro che non fanno parte della loro congregazione?

Stando così le cose, io faccio parte delle “cattive compagnie” per loro e ne vado fiero.

Oltretutto, anch’io ho delle “cattive compagnie”, visto che sono amico anche di non cattolici e non cristiani e voglio bene a loro come ne voglio ai miei amici correligionari.

Del resto, Gesù Cristo non disse di “amare il prossimo proprio come sé stessi”?

In secondo luogo, Dio è anche il Dio della conoscenza e non dell’ignoranza.

Dall’ignoranza non può nascere nulla di buono.

Da essa possono nascere solo incomprensioni, pregiudizi ed odio.

Per questo motivo, non penso che Dio voglia ciò.

Come mostra l’immagine allegorica qui sopra, essere in cerca del sapere rende liberi.

Con lo scettro della ragione, la libertà fulmina l’ignoranza e il fanatismo.

Questi ultimi vanno in coppia.

Termino, augurando di nuovo buon anno a tutti voi.

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