L’Italia di nessuno

Italia

L’8 settembre di ottant’anni fa, l’Italia cambiò bandiera durante la II Guerra Mondiale e firmò l’armistizio con gli Alleati.

Ringrazio l’amico Morris Sonnino che mi ha segnalato un articolo di Marcello Veneziani su “La Verità“.

Veneziani ha fatto un’analisi lucida riguardo alla situazione dell’Italia di quel periodo.

Il Paese era diviso.

Esistevano l’Italia partigiana, quella fascista, quella neutrale e quella monarchica.

Confesso che se fossi vissuto in quell’epoca, io sarei stato monarchico, per mia cultura.

A parte questa mia digressione personale, entro in un’altra questione.

Infatti, l’Italia di oggi risente ancora oggi di quei fatti.

Ancora oggi, si parla di “antifascismo” ma il fascismo non c’è più.

Questi novelli “antifascisti” bollano come “fascismo” ciò che non è secondo il loro pensiero.

Per la cronaca, per i novelli “antifascisti”, anche uno come me è da bollare come “fascista”.

Siamo un Paese diviso.

Questo si vede ovunque.

Ciascuno di noi tende a pensare al proprio orticello.

Questo è legittimo (anzi, un certo individualismo è anche positivo) finché non danneggia l’interesse generale.

Invece, troppo spesso, capita che tra noi ci sia chi fa il suo interesse arrivando a pestare i piedi ad altri.

Mi vengono in mente quelli che bloccano le opere pubbliche per difendere un proprio interesse particolare.

Il problema è che molti di noi italiani odiano l’Italia.

Parlano bene dei propri paeselli o delle proprie città ma dicono peste e corna del proprio Paese.

Esiste ancora la logica del Nord contro il Sud.

Ci sono anche quelli che dicono che il patriottismo sia nazionalismo e ad ogni piè sospinto agitano lo spettro del fascismo.

Così, per quei personaggi, chi critica l’Unione Europea diventa un “fascista” e “revisionista”.

Questa mancanza di coesione ci rende deboli come Paese di fronte alle spinte di certi poteri sovranazionali che vogliono distruggere le identità dei popoli.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!