Lutero, l’emozione e l’errore

Lutero

Mi è capitato più di una volta di criticare Martin Lutero (1483-1546) e l’ho criticato anche su “La Civetta“, anche con durezza.

Com’è noto, il 31 ottobre 1517, Lutero affisse le famose “95 Tesi” alla porta della chiesa del castello (Schlosskirche) di Wittenberg.

Quel gesto provocò uno scombussolamento religioso che portò ad una spaccatura nella cristianità occidentale.

Lutero vide i problemi della Chiesa ma diede una risposta sbagliata ad essi.

La Chiesa di allora aveva dei problemi seri.

Vi era la questione del concubinato dei sacerdoti, quella della simonia, quella della latitanza dei vescovi e del clero e quella della scarsa formazione del clero stesso.

C’erano preti che non conoscevano neppure il latino, la lingua liturgica.

Se Lutero si fosse focalizzato solo su quei problemi e avesse proposto una soluzione seria riguardo ad essi, nessuno gli avrebbe detto nulla.

Anzi, sarebbe stato lodato come un grande riformatore.

Invece, egli attaccò l’organizzazione e la teologia della Chiesa, provocando quella spaccatura che ancora oggi è chiamata “Riforma protestante”.

Scomunicato dal Papa nel 1520, l’ex-monaco introdusse i “cinque sola“, negò la legittimità del clero (a vantaggio del “sacerdozio universale”) e tanti altri dogmi della Chiesa.

Inoltre, con l’introduzione del concetto di libera lettura e interpretazione delle Scritture, provocò la nascita di altri movimenti religiosi spesso in polemica sia con la Chiesa cattolica che tra di loro.

Dunque, il pensiero luterano frammentò la cristianità.

Comunque, a prescindere dalla sua buona fede, l’azione di Lutero fu dettata non da una sana voglia di riformare la Chiesa ma dall’emozione.

Egli soffrì di depressione e questo, per esempio, lo portò ad una concezione pessimistica dell’uomo.

Oltre a ciò, come ho scritto prima, sull’onda del moto luterano, nacquero altri movimenti religiosi.

Penso, per esempio, al movimento fondato da Giovanni Calvino (1509-1564).

Calvino andò oltre Lutero e sostenne il concetto secondo il quale Dio predestinerebbe le persone alla salvezza o alla dannazione fin dal principio.

Questo dà un’immagine negativa di Dio.

Immaginate, Dio che fa venire al mondo le persone e le fa vivere senza che queste ultime sappiano che il loro destino è segnato e che qualunque cosa facciano esse sono destinate a salvarsi o a bruciare all’Inferno.

Secondo il pensiero calvinista, sembra che Dio sia malvagio, sadico e pronto a godere come un riccio nel fare sì che le persone pensino di potere ottenere qualcosa di buono alla fine dei loro giorni, quando non è così.

In realtà, Dio non è così.

Dio è certamente onnipotente ma è anche giusto e misericordioso.

Se Dio smettesse di amare tutti gli uomini cesserebbe di essere Dio.

Inoltre, Dio ama gli uomini a tal punto da lasciarli liberi.

A livello politico e culturale, il moto luterano condannò senza appello il Sacro Romano Impero e pose definitivamente fine all’idea di un impero universale come l’Impero Romano.

Il monaco fu anche uno dei padri del nazionalismo tedesco.

Egli pose fine al concetto di romanità sia politicamente che culturalmente, con la traduzione della Bibbia in tedesco e la liturgia in volgare al posto di quella in latino.

Senza polemica, rimprovero a Lutero queste cose che non gli ho mai perdonato.

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