Mary Rose, un disastro figlio dell’incapacità

Mary Rose
Disastro della Mary Rose. illustrazione del XVI secolo ritrovata nel libro “Il Mondo dell’Incredibile”.

Il 19 luglio 1545 è ricordato ancora oggi per uno dei disastri navali più noti della storia della marina, il disastro della Mary Rose.

La nave Mary Rose era una delle navi più importanti della marina di re Enrico VIII.

Essa fu realizzata nel 1509, quando re Enrico VIII salì al trono, e le fu dato il nome della sorella del re , Maria, e dello stemma dei Tudor, la rosa.

Nel 1545, Inghilterra e Francia erano nuovamente in guerra.

Una flotta da invasione francese, forte di 200 vascelli, incrociava a largo dell’isola di Wight.

La flotta inglese era schierata da Portsmouth a Gosport ma era bloccata dalla bonaccia.

Al contrario, i galeoni francesi erano manovrati a remi e potevano attaccare come e quando volevano.

Ad un tratto, però, il vento e la marea mutarono e le navi inglesi poterono uscire incontro al nemico.

Le prime due navi inglesi che uscirono furono la Great Henry (che fu l’ammiraglia) e la Mary Rose.

Lo stesso re Enrico VIII si trovava nel castello di Southsea.

Sotto il re e la sua corte era schierata la milizia delle contee meridionali, le quali erano pronte a respingere ogni attacco francese.

Davanti alla Mary Rose, sospinta dal vento, iniziò a prendere il largo ma ad un certo punto la nave si inclinò pericolosamente e cominciò ad imbarcare acqua dai boccaporti inferiori dei cannoni.

Sotto gli occhi terrorizzati del re, della sua corte e degli altri presenti, la nave si inabissò.

Dei 700 uomini che erano a bordo, rimase solo un pugno di superstiti.

La causa del disastro è ancora da dibattere.

L’ipotesi più accreditata è quella dell’errore umano e dell’incapacità.

I 91 pesanti cannoni sarebbero stati messi in posizione di tiro.

Alcuni dei cannoni sarebbero stati assicurati male e potrebbero avere rotto le cime, spostandosi lungo il ponte inclinato.

Ciò potrebbe avere compromesso la stabilità della nave.

Quests teoria sembra avallata dai pochi superstiti.

Molti testimoni oculari riportarono che la nave fu manovrata malissimo.

Un resoconto citò questo proverbio: “Quanti più sono i cuochi, tanto peggiore è la minestra“.

Ciò sembra confermato anche da queste ultime parole gridate dal comandante della Mary Rose a un suo zio comandante di una nave vicina: “Non riesco a farmi obbedire da queste canaglie“.

Alla fine, la battaglia navale coi francesi si ridusse ad una semplice schermaglia.

Il re cercò di recuperare la nave e chiamò una squadra da Venezia.

Non riuscì nell’intento.

Infatti, la Mary Rose stazzava 700 tonnellate.

Così, la Mary Rose scomparve dalla scena e fu dimenticata fino al 1840.

In quell’anno, alcuni pescatori pregarono un gruppo di palombari guidati da John Deane perché le loro reti restavano impigliate nel fondale del mare.

I palombari andarono nella zona.

Deane si tuffò e scoprì che la rete fu uncinata da alcune vecchie tavole.

Si incuriosì.

Del resto, Deane stava lavorando per ripescare il relitto della Royal George.

Incuriosito, Deane proseguì l’esplorazione e trovò cinque cannoni di bronzo datati 1535 e 20 cannoni di ferro.

La Mary Rose tornò alla ribalta.

Tuttavia, l’interesse durò poco e la nave sparì ancora dalla scena.

Venne di nuovo dimenticata fino al 1965.

Nel 1965, un sommozzatore dilettante di nome Alexander McKee si mise in testa di ritrovare lo scafo.

Basandosi su una carta del 1841, egli iniziò le ricerche nella zona di Portsmouth.

Col sonar poté localizzare un relitto lungo 70 metri e largo 25.

Quel relitto era quello della Mary Rose.

Nel 1970, McKee diede avvio ad un programma di esplorazioni e creò un’organizzazione denominata “Mary Rose Trust”.

Ci furono ben 24.500 esplorazioni tra il 1970 e il 1982 e alla fine, pezzo dopo pezzo, la Mary Rose tornò alla luce.

Alcune immersione furono fatte da colui che oggi è l’attuale re del Regno Unito Carlo III, presidente del trust.

Grazie a quel lavoro, la nave può essere sotto gli occhi di tutti ancora oggi.

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