Mastru Petrus Turrisianus/ Mastro Pietro Torrigiano

mastru Petrus Turrisianus

Questa è la mia poesia intitolata “Mastru Petrus Turrisianus”, ossia “Mastro Pietro Torrigiano”, una poesia dedicata allo scultore fiorentino Pietro Torrigiano:

MASTRU PETRUS TURRISIANUS

Florentina Schola…l’arti…

cum sapientiam ci ‘nzignau…

et iddu, mastru Petrus Turrisianus,

pì lu munnu sculpturae arti purtau…

comu ‘n Londinium ancu…

ca pulcherrima petra fici…

pì regis sepulcrum fari.

MASTRO PIETRO TORRIGIANO

La Scuola Fiorentina…l’arte…

con sapienza gl’insegnò…

ed egli, mastro Pietro Torrigiano,

per il mondo di scultura l’arte portò…

com’in Londra anco…

che bellissima la pietra fece…

per de ‘l re ‘l sepolcro far.

Pietro Torrigiano (24 novembre 1472-agosto 1528?) fu uno dei massimi scultori della Scuola fiorentina.

Frequentò la corte di Lorenzo il Magnifico e conobbe anche Michelangelo Buonarroti.

Con quest’ultimo, però, non aveva buoni rapporti, tanto che i due (che erano anche coetanei) arrivarono anche alle mani.

Il fatto avvenne mentre i due copiavano gli affreschi nella cappella Brancacci di Firenze.

Il Torrigiano sferrò un pugno al Buonarroti, il quale gli fece una critica sprezzante.

Per questo motivo, in varie ritratti, il Buonarroti è raffigurato col naso deformato.

Poi, il Torrigiano partì.

A Roma, fece un busto di Papa Alessandro VI e (su incarico di quest’ultimo) decorò la torre Borgia.

Fece il soldato di ventura per vari Stati italiani e scolpì una statua di San Francesco d’Assisi nella cappella Piccolomini di Siena.

Tornato a Roma, fece una pregevole cantoria nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli.

Nel 1510, partì per l’Inghilterra.

Lì realizzò la tomba di re Enrico VII, nella Lady Chapel dell’Abbazia di Westminster.

Fece anche altri monumenti in quel luogo, come un paliotto dell’altare.

Quest’ultimo andò in buona perduto nel XVII secolo, a causa dei puritani.

Negli archivi dell’abbazia di Westminster sono conservati i contratti originali con i quali gli vennero commissionate le opere più importanti. Venne chiamato “Peter Torrysany”.

Furono pattuite 1500 sterline per il monumento funebre di Enrico VII, 1000 sterline per l’altare con baldacchino e 2000 sterline per la tomba mai compiuta di Enrico VIII.

Nel 1521, andò in Spagna.

Prima andò a Granada e poi a Siviglia.

Lì scolpì un busto dell’imperatrice Isabella del Portogallo, moglie dell’imperatore Carlo V, il quale era anche re di Spagna.

Il busto andò perduto.

Scolpì anche una statua di San Girolamo Penitente (nella foto) e una Madonna col Bambino.

Fu processato dall’Inquisizione Spagnola.

Correva l’anno 1522 e l’Inquisizione Spagnola accusò il Torrigiano di iconoclastia, per avere infranto con il suo scalpello una statua della Madonna che lui stesso aveva scolpito per il Duca d’Arcos, che poi non lo aveva retribuito adeguatamente.

Pare che ciò abbia portato lo scultore alla morte.

Lo scultore sarebbe andato in depressione e si sarebbe lasciato morire di fame nel carcere di Siviglia.

Tuttavia, una sentenza emanata nel 1528 dal Tribunale di Firenze assegnò alla vedova del Torrigiano la dote che ella reclamò, dichiarando che il marito fosse morto tre mesi prima.

Dunque, il Torrigiano potrebbe essere morto nell’agosto 1528.

Comunque, il Torrigiano deve essere ricordato come un grande artista italiano che portò la sua arte nel mondo.

Questo non può essere dimenticato.

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