Ho un profondo rispetto per la malattia di Michela Murgia. Conosco il cancro, avendo avuto casi in famiglia.
Il 12 novembre 2020, il cancro si portò via anche mia madre.
Il cancro è una cosa brutta per chi ne è affetto e per i suoi cari.
Quando, come nel caso della scrittrice, la malattia è allo stadio terminale, la situazione è ancora più drammatica.
Ogni giorno può essere l’ultimo.
Tuttavia, il fatto che Michela Murgia sia malata di cancro non deve essere un ricatto con il quale si vuole impedire di criticarla.
Io la critico, pur rispettando la sua persona.
Sarò anche duro nel criticare ciò che ella ha fatto.
Per me, la scrittrice sarda è un esempio di decadimento della nostra cultura.
Prendiamo, per esempio, la questione dello schwa (ə) che per Michela Murgia dovrà servire a rendere il linguaggio “inclusivo”.
In realtà, esso è uno stupro ai danni della nostra amata lingua.
L’Accademia della Crusca si è espressa contro l’uso dello schwa e degli asterischi.
Infatti, per l’Accademia della Crusca, usare lo schwa o l’asterisco significherebbe rendere il ridicola la nostra lingua.
Inoltre, certe uscite della scrittrice sarda contro il “patriarcato” sono fuori dal mondo.
Da qualunque, parte, la famiglia è la cellula di una società.
Questo è un dato di fatto della storia.
Dunque, Michela Murgia si rende conto del fatto che questa sua acrimonia verso la famiglia tradizionale sia dannosa per tutti?
Non si rende conto che le idee di personaggi come lei minano la nostra società alla radice?
Ella è la quintessenza del socialismo, un’idea distruttiva per la società, ed è megafono di quei gruppi che lo propugnano.
Con il suo atteggiamento “politicamente corretto” , Michela Murgia porta avanti quella malattia che sta distruggendo l’Occidente dall’interno.
La distruzione della lingua è un esempio di ciò.
Infatti, la lingua è parte dell’identità di un popolo e stravolgerla significa distruggere l’identità del medesimo.
La storia dimostra ciò.