Papa Clemente VII e l’errore che fu fatale

Papa Clemente VII

Ieri, ho scritto un articolo su Papa Clemente VII e sulla questione del matrimonio tra re Enrico VIII e Caterina d’Aragona.

Ora, sorge quest’altra domanda riguardo al Pontefice: Papa Clemente VII commise un errore riguardo alla questione dello Scisma anglicano del 1534?

La risposta è affermativa.

Il Pontefice commise un grave errore.

Eppure, quando egli era ancora cardinale, col nome di Giulio Zanobi di Giuliano de’ Medici, andò in Inghilterra.

Egli fu amministratore apostolico della Diocesi di Worcester tra il 1521 e il 1522.

Dopo di lui divenne vescovo della diocesi inglese un altro italiano, il cardinale Girolamo Ghinucci (1480-1541).

Nel 1535, quando re Enrico VIII implementò lo scisma, Ghinucci fu rimosso dalla sede e sostituito (senza l’approvazione del Papa) da Hugh Latimer, il quale si rivelò protestante.

Papa Clemente VII conosceva un po’ l’Inghilterra.

Forse, lui peccò di superficialità.

Sapeva che gli Inglesi erano affidabili sul piano religioso.

Le prediche luterane non facevano questo grande effetto sul popolo inglese.

Lo stesso re Enrico VIII si mostrò un cattolico zelante, tanto che nel 1521 Papa Leone X gli conferì il titolo di “Fidei Defensor”.

Tuttavia, egli sottovalutò la volubilità del re e il fatto che egli si facesse plagiare facilmente.

Re Enrico VIII, infatti, era un paranoico insicuro.

Purtroppo, in quel periodo, egli fu plagiato da Anna Bolena, la quale (oltretutto) fu una simpatizzante delle idee luterane.

Ciò che fece Anna Bolena si vide col cardinale Thomas Wolsey, il quale cercò di fare annullare il matrimonio tra il re e Caterina d’Aragona attraverso le vie canoniche.

Wolsey non riuscì nell’intento e Anna lo screditò agli occhi del monarca, il quale lo rimosse dalla carica di lord cancelliere e lo accusò di praemunire.

Un collaboratore leale del re finì i suoi giorni negli arresti, nell’indigenza e nella solitudine e col rischio di essere decapitato.

Dunque, Anna aveva di fatto il potere.

Ad un certo punto, Anna spinse il re a rompere col Papa, istruendolo di fatto nella sua religione.

Sorpresa da Enrico con dei testi protestanti, Anna iniziò a dire che il Papa era nemico della Chiesa e che in assenza di un Papa la protezione dell’istituzione ecclesiastica inglese sarebbe spettata al re.

Se Enrico non fosse stato innamorato folle di Anna, quest’ultima sarebbe finita male.

L’avrebbe fatta bruciare per eresia.

Invece, Enrico era preso da Anna e lei parlava e lui le dava retta.

Così, il re si appoggiò a Thomas Cromwell, già collaboratore di Wolsey, per trovare un modo di staccare l’Inghilterra da Roma.

Se il re si fosse proclamato capo della Chiesa d’Inghilterra di punto in bianco, la popolazione inglese avrebbe reagito e ci sarebbe stata una guerra civile.

Invece, Cromwell doveva giocare d’astuzia.

Egli accontentò il re con un artificio politico, attraverso l’uso del Parlamento.

In pratica, Cromwell decise di parlamentarizzare lo scisma, in modo farlo sembrare non un’iniziativa del re ma la volontà del popolo.

Egli citò dei presunti documenti storici secondo i quali un re inglese aveva potere sulla Chiesa locale.

Semplicemente, per Cromwell, i re che si succedettero dimenticarono di essere a capo della Chiesa inglese.

L’inganno funzionò e il Parlamento votò l’Atto di Supremazia del 1534, atto che segnò la rottura tra l’Inghilterra e Roma.

Il re iniziò a controllare la Chiesa inglese.

Il Papa sottovalutò questo fatto.

Sottovalutò la tenacia del re nel voler perseguire tale obiettivo e l’azione di Cromwell.

Cromwell non ebbe scrupoli a rompere con Roma, avendo da tempo abbracciato le idee luterane.

Dunque, Papa Clemente VII sottovalutò tutto ciò e alla sua morte, la quale avvenne il 25 settembre 1534, lo Scisma anglicano fu cosa di fatto compiuta.

Tale errore fu fatale.

Intanto, comunico che il libro intitolato “Il tiranno Enrico” sarà disponibile anche nella versione cartacea.

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