Pisanus/ Il pisano

Pisanus

Questa è la mia poesia scritta in maccheronico-siciliano e in italiano che è intitolata “Pisanus”, ossia “Il pisano”:

PISANUS

Potentiam fu…magna accussì…

Civitas Pisana…et opulenta…

pì dû mari ca ‘n cumannu fu…

et ancu ‘n Africa si canuscìu…

et fiscum ancu fici ogni so’ homo…

accussì ‘n Etruriam tutta…

ca pavuram purtava cchiù dû mortu…

quannu l’autri a la porta virìanu.

IL PISANO

Potenzia fu…così grande…

la Città di Pisa…e opulenta…

per de ‘l mar che in comando fu…

e anco in Africa si conobbe…

e fisco anco fe’ ogni suo omo…

così in tutta la Toscana…

che paura portava più de ‘l morto…

quando gli altri a l’uscio egli vedevano.

Questa mia poesia parte da un detto toscano (fiorentino) che recita: “Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio“.

Quando era una repubblica marinara, Pisa era molto potente.

I Pisani spadroneggiavano un po’ per tutta la Toscana.

Scorrazzavano un po’ ovunque coi saccheggi.

Essi arrivarono anche a prendere i soldi delle tasse dalle altre città toscane.

Succedeva, però, che quando vi era un morto nella casa di una famiglia che doveva dare i soldi ai pisani questi ultimi non si presentassero.

Da ciò nacque il famoso detto che ho citato prima.

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