Poppea, si deve avere paura?

Il maltempo è arrivato qui in Italia con il ciclone denominato “Poppea”, un ciclone che è stato classificato come “Medicane“, un uragano del Mar Mediterraneo.

Un ciclone è un’area di bassa pressione che si forma sul mare e che è alimentato dall’aria calda e umida.

L’acqua che evapora diventa vapore acqueo che sale verso l’alto e condensa, aumentando l’instabilità atmosferica.

Il ciclone attira a sé aria fredda dalle zone circostanti, ruotando.

Un uragano è un ciclone tropicale.

Esso si forma sulle acque degli oceani nelle zone tropicali, vicino all’Equatore, dove la temperatura dell’acqua ed è tra i 25 e i 30 °C.

Ora, il ciclone Poppea ha tutte le caratteristiche di un classico fenomeno ciclonico citate prima.

Certamente, il Mar Mediterraneo è più caldo, anche se la questione dell’origine del riscaldamento è dibattuta.

Tutti noi sappiamo che (purtroppo) la questione del riscaldamento globale è trattata con ideologia.

Dunque, con un Mar Mediterraneo più caldo, il ciclone Poppea ha più “benzina” a disposizione.

Deve essere ricordato che il calore e la temperatura non sono la stessa cosa.

Il calore è energia e la temperatura è il livello energetico nel quale il calore è disponibile.

Per esempio, ha più calore l’acqua del mare che una pentola d’acqua bollente.

Poi, spiegherò il perché di questa affermazione.

Questa è una delle basi della termodinamica.

Ciò spiega perché, per esempio,  le zone costiere del nostro Paese hanno un clima più mite. 

Lo stesso accade anche nelle zone vicine a grandi laghi, come il Lago di Garda.

Essendoci più calore nel mare, un’area di bassa pressione come il ciclone Poppea trova più calore col quale si alimenta.

Questo è ovvio.

Maggiore è il calore, maggiori sono gli effetti del ciclone stesso, con eventi atmosferici più forti, come nubifragi con grandine grossa e venti forti.

Certo, un paragone tra Poppea e un uragano della zona dei Caraibi o un tifone del bacino del Pacifico può essere azzardato.

Il Mar Mediterraneo è più piccolo rispetto all’Oceano Pacifico o a quello Atlantico.

Quindi, ha anche meno calore al suo interno.

Il calore è direttamente proporzionale alla massa.

Per questo motivo, come ho scritto prima, l’acqua del mare ha al suo interno più calore di una pentola che bolle, anche se ci si scotta se si tocca quest’ultima.

Infatti, il mare è più grande della pentola d’acqua, può contenere una quantità maggiore di calore e rilascia quest’ultimo gradualmente.

Invece, la pentola d’acqua può tenere solo una limitata quantità di calore e quando supera il limite il calore in eccesso è rilasciato con violenza.

Comunque, essendo più piccolo dell’Oceano Atlantico o di quello Pacifico, il Mar Mediterraneo ha meno calore.

Meno calore significa minore durata e forza del ciclone e dei fenomeni ad esso associati.

Dunque, è bene non sottovalutare l’evento atmosferico ma non bisogna neppure instillare la paura.

Piuttosto, è bene implementare tutte le misure atte a ridurre il rischio di problematiche come il dissesto idrogeologico.

Ovviamente, vi suggerisco di acquistare il mio libro intitolato “Temporali, un mondo da scoprire“.

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