Sicilia, una parte di me

Sicilia

Mi viene contestato il fatto che io sia troppo legato alla Sicilia, che tenda a parlare in siciliano, anche se non risiedo in Sicilia.

Ora, replico.

Che piaccia o meno, io sono legato alla Sicilia.

Mia madre, buonanima, era siciliana e sento che questo retaggio è molto forte.

Non è corretto rinnegare sé stessi, per piacere agli altri.

Vi è proprio una questione di fondo.

Io penso ai discendenti degli italiani residenti all’estero.

Molti discendenti di italiani che andarono a vivere all’estero si sentono italiani a tutti gli effetti, anche se sono italo-canadesi, italo-americani, italo-argentini, italo-uruguaiani, italo-britannici ecc.

Ricordo che scrivo su “Italia chiama Italia“, un giornale degli italiani nel mondo, oltre ad avere avuto contatti con persone emigrate all’estero.

Dunque, se questi italo-discendenti si sentono italiani, io non potrei sentirmi almeno in parte siciliano?

Devono essere gli altri a definire ciò sono?

Tutto ciò mi pare a dir poco assurdo.

Quanto alle mie poesie in lingua maccheronico-siciliana, qualcuno mi dice: “Non funzionano”.

La realtà è un po’ diversa.

Le poesie sono apprezzate (e un esempio è quella intitolata “Doleo qua ante erat meus“, pubblicata su “Il Secondo Mestiere”) anche se io sono esigente con me stesso e non sono mai soddisfatto.

Dunque, cerchiamo di essere seri.

Del resto, io sono l’unico nella mia famiglia che vuole mantenere una certa cultura.

Per esempio, mio fratello ha fatto una scelta diversa, una scelta che rispetto ma che non condivido.

Lui ha scelto di essere mantovano al 100% e di comportarsi come tale.

Rispetto la sua scelta (che è pienamente legittima e corretta dal suo punto di vista) ma io ho scelto di percorrere un’altra strada.

Ho fatto l’esempio di mio fratello ma posso farne di altri.

Del resto, ci sono anche tanti discendenti di italiani all’estero che adattarono i loro cognomi alle lingue dei Paesi in cui andarono a vivere.

Penso al padre dell’attore Ernest Borgnine (1917-2012).

Di origine piemontese, questi si chiamava Camillo Borgnino, ma cambiò il nome e cognome in Charles Borgnine.

Tra l’altro, anche la madre di Borgine era di origine italiana ed era di Carpi, in Provincia di Modena.

Va detto, però, che Borgnine mantenne le sue radici.

Dunque, neppure il cambio di cognome poté recidere questi legami.

Ognuno è figlio della propria storia, la quale si fa anche con il vissuto e le esperienze.

Come ho scritto prima, io non rinnego me stesso per piacere agli altri.

Preferisco piacere meno ma essere me stesso.

Non mi garbano tanto le omologazioni.

Dato che sento che la mia identità è in parte legata alla Sicilia, io vado avanti per questa strada.

Che male farei?

Del resto, esiste anche il diritto all’identità.

Sento di avere una grande eredità culturale ed io non la voglio certo dissipare.

Dunque, io continuerò a scrivere poesie in maccheronico-siciliano, che piaccia o meno.

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