Silvio Valenti Gonzaga, il cardinale che morì a Viterbo

Silvio Valenti Gonzaga

A Viterbo si festeggia Santa Rosa e non posso non parlare del cardinale Silvio Valenti Gonzaga, un personaggio storico che morì in quella città.

Quella del cardinale Silvio Valenti Gonzaga (1° marzo 1690-28 agosto 1756) è una storia interessante.

Per uno scherzo del destino, fatemelo dire, egli ebbe a che fare con Mantova e con Messina.

Ricordo che Mantova fu la città che mi diede natali e mia madre nacque a Galati Mamertino, in Provincia di Messina.

Da giovane, ella visse anche a Messina.

Figlio di Carlo Valenti Gonzaga e Barbara Andreasi, il giovane Silvio si laureò in utroque iure nell’Università di Ferrara.

Fu molto colto, poiché conosceva il greco, il latino e il francese.

Ricordo che il greco e il latino erano (e tuttora sono) due delle tre lingue della Chiesa, con l’ebraico.

Il francese fu la lingua diplomatica.

Una volta, l’inglese non aveva tutto quello spazio che ha ora.

Oltretutto, in un certo ambito cattolico, l’inglese era anche malvisto.

L’inglese era ritenuto la lingua degli eretici.

Tra l’altro, per dovere di cronaca, l’inglese divenne quello che noi conosciamo proprio con l’avvento del protestantesimo.

Thomas Cranmer (un altro personaggio che ebbe a che fare con Mantova, 1489-1556) compilò il Book of Common Prayer nel 1549.

Così, egli cambiò la liturgia dal latino all’inglese e cambiò l’inglese stesso.

Inoltre, l’Inghilterra fu anche la terra in cui nacque l’Illuminismo.

Comunque, Silvio Valenti Gonzaga avanzò di carriera.

Nel 1719, si recò a Vienna, dove portò la berretta cardinalizia a Michele Federico Althann, e trattò la restituzione di Comacchio allo Stato Pontificio.

Nel 1724, divenne referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e Archimandrita commendatario del Santissimo Salvatore di Messina.

Ricevette il diaconato il 20 maggio del 1731

Fu ordinato sacerdote il 3 giugno e consacrato arcivescovo titolare di Nicea il 18 giugno dello stesso anno

Ricevette il titolo cardinalizio da Papa Clemente XII nel 1738.

Due anni dopo, Papa Benedetto XIV lo nominò cardinale segretario di Stato e camerlengo, cariche che mantenne fino alla morte.

Fu anche prefetto della congregazione Propaganda Fide e della Sacra Consulta.

Inizialmente, fu consacrato cardinale col titolo di Santa Prisca ma poi optò per quello di San Callisto.

Il cardinale fu anche un uomo appassionato di collezionismo e di botanica.

Morì a Viterbo all’età di 66 anni e fu sepolto temporaneamente nella cattedrale di quella città.

Il 31 agosto dello stesso anno in cui morì, le spoglie del cardinale furono portate a Roma e sepolte nella chiesa dei francescani riformati di San Bonaventura, ove fece costruire la sua tomba.

Prima o poi, mi recherò a Viterbo, per fare visita agli amici in zona, e mi piacerebbe vedere il posto in cui fu seppellito temporaneamente il cardinale.

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