Social network, il problema è chi li usa

Social network

Il caso di Chiara Ferragni e del pandoro “benefico” della Balocco ha creato un putiferio intorno al mondo dei social-network.

La nota influencer (moglie del rapper Fedez) ha visto un crollo dei followers sui social network.

La questione del pandoro non è certo felice.

Infatti, si è parlato dell’acquisto del pandoro “griffato” (che in realtà era un semplice pandoro industriale) che veniva acquistato ad un prezzo maggiorato per un’opera benefica che in realtà non c’è stata.

Tutto ciò suona come veramente triste.

Infatti, è triste il fatto che si sia fatta una campagna mediatica per l’acquisto di un pandoro industriale (manco artigianale) pensando di fare del bene quando poi tale bene non è stato fatto.

Certi personaggi hanno fatto fortuna usando i social network.

Il mondo dei social network è certamente vasto.

Infatti, si tratta di un mondo nel quale condividere dei contenuti.

Io stesso faccio ciò.

Tuttavia, al giorno d’oggi, l’uso di queste piattaforme è sconsiderato.

Bene che vada, si condividono contenuti banali.

Quando va male, invece, si arriva anche ad offendere il prossimo.

Infatti, uno dei problemi di oggi è il cyberbullismo.

Mi viene in mente, per esempio, la pagina Facebook di Lucrezia Capuano, una tifosa dell’Inter che parla anche di altri temi che sono certamente interessanti e profondi.

Al di là del tifo, consiglio di visitarla perché esprime contenuti che sono interessanti.

Ricordo che io sono milanista, un tifoso del rivale per antonomasia dell’Inter, il Milan.

La stessa Lucrezia ha più volte denunciato commenti che non si sarebbero dovuti neanche pensare, commenti offensivi.

Ora, si può avere una simpatia calcistica o un’opinione differente ma il rispetto per le persone è sempre dovuto.

Ad ogni sconfitta dell’Inter, sportivamente parlando, godo.

Questo è ovvio, visto che sono milanista.

Però, non mi permetterei mai di insultare Lucrezia o qualsiasi altro tifoso interista sul piano personale, anche perché alcuni dei miei amici tifano Inter e rompere delle amicizie per una roba del genere sarebbe da idioti.

Una persona può essere una mia avversaria allo stadio ma non nella vita.

Ho fatto l’esempio di Lucrezia Capuano ma posso farne altri.

Ovviamente, esprimo a Lucrezia la mia solidarietà e mi complimento con lei per la pagina.

Invece, c’è gente che usa la tastiera solo per offendere altri o fare anche delle cose peggiori ai danni di questi ultimi.

Anche a me capita di essere attaccato perché esprimo un’opinione che può non piacere.

Finché si tratta del fatto non essere d’accordo con un mio pensiero, posso accettare e (magari) posso anche trarre qualche insegnamento da ciò.

Il problema si pone quando si va oltre e si attacca la mia persona.

Si sa che io sono su Facebook, Twitter e Instagram per fare networking.

La mia aspirazione è quella di entrare nell’editoria e lavorare in essa.

Ricordo che scrivo su giornali come “Italia chiama Italia” e la rivista “La Civetta“.

Molti demonizzano i social network ma il problema non è rappresentato da questi ultimi ma dalle persone che navigano in essi e che intervengono con commenti stupidi, se non offensivi.

In questa società di oggi c’è tanta rabbia.

La gente è frustrata e scontenta e, anziché cercare di trasformare questo malcontento in qualcosa di costruttivo, accende il computer e inizia ad offendere altre persone.

Inoltre, si è trasformata l’ignoranza in un vanto.

Vi sono una crisi della famiglia e una crisi della scuola.

La famiglia, di fatto, non esiste più.

Si vedono famiglie sfasciate.

Sia chiaro, il mio non è un giudizio ma è una constatazione di un dato di fatto.

La scuola è diventata un diplomificio.

Ergo, si danno diplomi senza dare una buona formazione, sia riguardo alle nozioni che riguardo all’aspetto umano.

Mi fanno specie quegli insegnanti che vorrebbero anche togliere i voti.

Cosa nasce da tutto ciò?

Da tutto ciò nasce una generazione di giovani senza valori e ignoranti, giovani che vanno su social network come Tik Tok (nel quale non ho account) o Facebook e pensano di conseguire un successo condividendo contenuti quantomeno discutibili.

Poi, arrivano anche i frustrati genitori di questi giovani a completare l’opera.

In fondo, certi personaggi noti sono figli di questa generazione e di questa società.

Forse, io sarò un po’ troppo cattivo ma mi viene da dire che questa società è malata.

A volte, ho la tentazione di chiudere tutto e di dire: “Ma chi me lo fa fare di continuare a scrivere articoli e ebook?

Poi, però, mi pongo quest’altra domanda: “Per quale motivo dovrei chiudere tutto e precludermi ogni possibilità di poter avere un lavoro nell’editoria, un settore che mi interessa?“.

Se chiudessi tutto, darei partita vinta a coloro che hanno rovinato questa società.

Io non mollo.

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