XXIX Domenica del Tempo Ordinario: le letture liturgiche

XXIX Domenica del Tempo Ordinario

Queste saranno le letture della messa di domenica 22 ottobre, la XXIX Domenica del Tempo Ordinario, la penultima domenica del mese:

Colore Liturgico Verde

Antifona

Io t’invoco, o Dio, poiché tu mi rispondi;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi. (Sal 16,6.8)

Si dice il Gloria.

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,
donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
e di servirti con cuore sincero.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Oppure:

O Padre, sul palmo della tua mano
sta scritto il nome di ogni tuo figlio:
fa’ che nel misterioso intrecciarsi
delle libere volontà degli uomini
nessuna autorità abusi della propria forza
e ogni potere si ponga sempre
a servizio del bene di tutti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Si dice il Credo.

Prima Lettura

Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 45,1.4-6

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)

R. Grande è il Signore e degno di ogni lode.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli. R.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri. R.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine. R.

Seconda Lettura

Mémori della vostra fede, della carità e della speranza.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
1Ts 1,1-5b

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Risplendete come astri nel mondo,
tenendo salda la parola di vita. (Fil 2,15d.16a)

Alleluia.

Vangelo

Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

+Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,15-21

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Parola del Signore.

Le letture sono state prese dal sito della Conferenza Episcopale Italiana.

Il Vangelo di questa XXIX Domenica del Tempo Ordinario è alquanto attuale.

I farisei cercarono di cogliere in fallo Gesù e gli mandarono dei loro discepoli, i quali gli posero questa domanda: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?“.

In poche parole, gli chiesero se era giusto pagare le tasse e dare la propria obbedienza in tutto all’imperatore romano, un imperatore pagano.

Se Gesù avesse detto no, i farisei avrebbero potuto accusarlo di sedizione di fronte ai Romani.

Se Gesù avesse detto sì, senza fare le giuste precisazioni, i farisei avrebbero potuto accusarlo di essere un collaborazionista dei Romani di fronte ai Giudei.

Invece, Gesù rispose che si doveva a dare a Cesare ciò che era di Cesare e a Dio ciò che era di Dio.

Ergo, per Gesù, si doveva obbedire alla legge e contribuire al bene della propria comunità per ciò che riguardava le cose terrene mentre ci si doveva rivolgere a Dio per le cose che riguardavano l’anima.

Un cristiano deve fare questo.

Un cristiano non deve disconoscere l’autorità civile e deve aiutare quest’ultima ad essere migliore ma per le cose che riguardano Dio deve rivolgersi a Dio e fare riferimento a lui.

Dunque, se una legge imponesse di agire contro la propria fede e il bene, un cristiano ha il dovere di non obbedire ad essa.

Per il resto, il cristiano deve fare del suo meglio per rendere la propria realtà un posto decente.

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