Al professor Paolo Bertelli: il caso di questo quadro

Ho avuto il piacere di conoscere il professor Paolo Bertelli, grande storico e studioso del Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie di Curtatone, in Provincia di Mantova.

La buonanima di suo padre Alfredo era il mio predecessore nella carica di segretario del Comitato Manifestazioni Roncoferraro, un uomo di grande cultura ed integrità.

Aveva la mia stima.

Ora, mi permetto di segnalare al professor Bertelli un caso di cui avevo scritto in precedenza.

Il caso è quello del quadro che è raffigurato qui sopra, un dipinto allegorico dell’epoca elisabettiana che è un’apologia dell’anglicanesimo contro il cattolicesimo.

Al centro si vede re Enrico VIII seduto sul trono.

Alla sinistra di re Enrico VIII, si vedono re Edoardo VI, la regina Elisabetta I e due figure femminili rappresentanti la Pace e l’Abbondanza.

La pace tiene la mano di Elisabetta e l’Abbondanza ha la cornucopia.

Re Edoardo VI riceve la spada della giustizia da suo padre e Elisabetta è accompagnata dalle due figure allegoriche.

Le figure di questi tre monarchi sono su un tappeto, il quale rappresenta la Chiesa d’Inghilterra.

Dall’altra parte, si vedono la figura della regina Maria I, quella del re di Spagna Filippo II d’Asburgo (che era marito di Maria) e una figura allegorica rappresentante Marte, il dio della guerra.

Le figure di Maria e di Filippo non sono sul tappeto.

Infatti, i due sovrani erano cattolici.

Maria divenne famosa come Maria la Sanguinaria perché durante il suo regno (che fu tra il 1553 e il 1558) ci fu una forte persecuzione contro i protestanti.

Sia chiaro, la storia deve essere contestualizzata.

Quel periodo vide un’Europa insanguinata dalle guerre di religione e anche i protestanti perseguitarono i cattolici.

Alle spalle di Marte, si vede un panorama di una città che ricorda Roma.

Dunque, il significato allegorico è chiaro: il protestantesimo portò la pace e la prosperità in Inghilterra mentre il cattolicesimo portò guerre miserie.

Ora, guardate bene la figura di Marte.

La figura di Marte ricorda una delle statue del Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie di Curtatone, in Provincia di Mantova.

La statua in questione è quella del connestabile di Borbone, la cui metopa sottostante recita: “Il forte braccio, e la cervice altera, Ch’a niun volle piegar Borbone invitto Quivi umilia a Colei, che in cielo impera” ed è collocata nella nicchia posta sotto lo stallo in cui sono collocate le statue dell’imperatore Carlo V, di Papa Pio II e del re di Spagna Filippo II, il marito della regina Maria I d’Inghilterra.

Con questo articolo, mi piacerebbe dare uno spunto al professor Bertelli.

Infatti, mi è venuta in mente questa domanda: l’autore del dipinto potrebbe avere visitato il santuario?

Io so che gli inglesi visitarono Mantova.

Per esempio, il famoso Thomas Cranmer (1489-1556) venne a sapere della sua nomina ad arcivescovo di Canterbury durante il suo soggiorno a Mantova.

Egli operava come diplomatico per conto di re Enrico VIII presso l’imperatore Carlo V d’Asburgo, padre di Filippo.

Mantova ebbe relazioni con l’Inghilterra.

Il connestabile Carlo III di Borbone-Montpensier (1490-1527) fu al seguito dell’imperatore, dopo avere tradito il re di Francia.

Sua madre era chiara Gonzaga, figlia del marchese di Mantova Federico I.

Dunque, il connestabile era un parente stretto dei Gonzaga, signori di Mantova.

Dopo avere tradito il re di Francia Francesco I di Valois ed essere passato dalla parte dell’imperatore Carlo V, il connestabile di Borbone partecipò alla Battaglia di Governolo del 1526 e al sacco di Roma del 1527.

Egli proprio a Roma, il 6 maggio 1527.

Su di lui pesò lo stigma di avere comandato un esercito formato da lanzichenecchi (dunque, in gran parte luterano) contro Roma ed il Papa.

Fu anche colpito da una scomunica postuma da parte del Concilio di Trento nel 1562.

Dunque, il connestabile di Borbone potrebbe avere ispirato il pittore che dipinse quel quadro elisabettiano, anche perché fu ricordato come un esempio di attaccabrighe, oltreché di traditore.

La somiglianza c’è.

Certamente, una persona come il professor Bertelli ha una conoscenza ed una competenza maggiore di quelle che ho io riguardo al santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie.

Spero di avere dato un buon contributo.

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