Duomo di Osimo: uno degli enigmi

duomo di Osimo

Il duomo di Osimo, la concattedrale dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo, è un edificio affascinante ed enigmatico allo stesso tempo.

Dedicato a San Leopardo, l’edificio attuale è del XIII secolo e presenta tutte le caratteristiche del romanico-gotico.

Il duomo di Ancona è un edificio enigmatico.

Esso fu legato ai Cavalieri Templari.

Questo ci dice molte cose.

Uno degli enigmi riguarda un bassorilievo che si trova alla destra dell’ingresso.

Esso è opera di un certo Mastro Filippo, uno scultore di origine lombarda che fece parte della corporazione dei maestri comacini.

Nella parte bassa del bassorilievo si vedono le figure di dieci apostoli.

Infatti, mancano Giuda Iscariota (colui che tradì Gesù Cristo) e San Giovanni.

Quest’ultimo è visibile nella parte alta, nella lunetta, con la Vergine Maria che tiene in braccio Gesù Bambino.

San Giovanni (l’apostolo che Gesù amava, secondo il Vangelo da lui scritto) è ritratto dalla figura che si trova alla destra della Madonna e che regge un’aquila.

Alla sinistra della Madonna, invece, si vede un’altra figura.

Essa rappresenterebbe Santa Tecla, la quale porterebbe in dono a Gesù Cristo la chiesa.

Tuttavia, l’oggetto che Santa Tecla tiene in mano ricorda un frutto, precisamemente, una melanzana.

Il nome “melanzana” deriva dai termini latini “malum insana”, ossia “mela insana”.

Per il suo gusto amaro, infatti, la melanzana (Solanum melongena) fu ritenuta non buona.

Nella religione ebraica, durante la cena pasquale, è in uso mangiare tra le altre cose le erbe amare, le quali ricordano le amarezze che il popolo ebraico dovette subire, prima di giungere alla Terra Promessa.

Questo uso è molto antico.

Dunque, per analogia con la cena pasquale ebraica, il frutto potrebbe rappresentare ciò che Gesù dovette subire per salvare l’umanità e liberarla dal peccato.

Nel bassorilievo si esalta la figura di San Giovanni.

Questi fu l’apostolo che fu presente al momento della crocifissione di Gesù, mentre altri se ne andarono via.

Basta ricordare San Pietro, colui che divenne il primo Papa ma che nel fatale momento rinnegò Gesù Cristo per tre volte.

Giuda Iscariota, il traditore, si impiccò.

Il traditore non compare tra gli apostoli, poiché il suicidio è un peccato contro Dio.

Forse, quel bassorilievo racconta ciò che è scritto nel Vangelo secondo Giovanni, il Vangelo con tratti quasi “gnostici” e che ha un punto di vista diverso dagli altri tre.

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