Keraunomachia/ La Ceraunomachia

Questa è la mia poesia scritta in maccheronico-siciliano e in italiano che è intitolata “Keraunomachia”, ossia “La ceraunomachia”:

KERAUNOMACHIA

Ca cauru ‘nchiana…

accussì d’istati lu ventu…

et draco, vulgo Keraunos,

lu manciari accussì duna…

et cum grannula…cuntru lu munnu…

sagittam jetta et tronu faci…

et pugnae sonu accussì eni…

et focu jusu casca et tuttu abbrucia.

LA CERAUNOMACHIA

Che al ciel caldo sale…

così d’estate il vento…

e al drago, per il volgo Cerauno,

il mangiar così dà…

e con gragnola…contro ‘l mondo…

la saetta tira e ‘l tono fa…

e di guerra sono e così è…

e ‘l foco giù casca e tutto arde.

Manco a dirlo, questa poesia, intitolata “Keraunomachia”, mi è stata ispirata da quel genio di nome Eleonora, il “Lunensis aurum.

Quella ragazza è un mito. L’ho nominata musa ufficiale.

Mi dà sempre l’ispirazione per le poesie e gli articolo.

Il termine “keraunomachia” deriva dai termini greci “keraunos” , ossia “temporale” o “fulmine”, e “machia”, ossia “combattere”.

In italiano, il termine si pronuncia “ceraunomachia”.

A giudicare da ciò che si è visto questa notte anche qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, vi è stata una vera “ceraunomachia”.

Si sono visti fulmini e grandine.

Nella poesia, il temporale è da me immaginato come un drago di nome Keraunos (Cerauno, in italiano) che si alimenta col vento caldo che proviene dal suolo, il famoso updraft.

Il drago scaglia le sue frecce di fuoco, le saette, e la grandine.

L’uomo deve difendersi da quel drago come meglio può.

Insomma, è una sorta di rappresentazione allegorica.

Non è un caso che per questo articolo abbia scelto una foto di una supercella presa da Wikipedia.

Termino, invitandovi a comprare il mio e book intitolato “Temporali: un mondo da scoprire“.

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