Il biancomangiare siciliano, un dolce semplice e storico

biancomangiare

Oggi, giorno di Pasquetta, mi è venuto in mente di fare uno dei dolci siciliani che faceva mia madre: il biancomangiare.

Con due bicchieri e mezzo di latte, due cucchiai colmi di amido due cucchiaini colmi di zucchero e due scorze di limone (non trattato) ho fatto la nota crema siciliana.

Quando ero piccino, mia madre me lo faceva spesso, per merenda.

Ella apprese la ricetta da mia nonna.

Oggi, visto anche il brutto clima che c’è qui a Roncoferraro, ho deciso di fare questa sorta di viaggio virtuale in Sicilia, la terra della quale parte della mia famiglia è originaria e alla quale sono legato.

Eppure, questo dolce così semplice ha una radice antica e quasi nobile.

Infatti, il nome biancomangiare ha una radice franco-normanna, anche se è presente nella tradizione catalana.

Infatti, il biancomangiare è presente anche in Sardegna, dove è chiamato papai-biancu.

Nella ricetta siciliana si può usare anche il latte di mandorla al posto del latte vaccino e si può aggiungere la vanillina.

A Castelbuono, in Provincia di Palermo, esiste un dolce simile al biancomangiare.

Tale dolce è chiamato testa di turco e (guarda caso) esso fu fatto in ricordo della vittoria dei Normanni cristiani sui Saraceni musulmani.

La vittoria in questione avvenne nel 1091.

Certo, colui che diede il nome al dolce fece un po’ di confusione.

Infatti, i Saraceni erano arabi ed arabi e turchi non sono la stessa etnia, anche se (tecnicamente) i Turchi erano noti agli europei, visto il fattaccio che ci fu a Manzicerta nel 1071.

Comunque, quel dolce rappresenta la storia della Sicilia e della mia famiglia ed io intendo portare avanti tutto ciò.

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