Il timore di Papa Pio VI di una svolta “anglicana” in Francia

timore

Papa Pio VI aveva un timore. Infatti, egli temeva una svolta “anglicana” in Francia, nella Francia sorta dopo il 1789.

Ho scritto un articolo per “La Civetta” sulla scristianizzazione nella Francia rivoluzionaria.

Prima della scristianizzazione, però, ci fu la Costituzione Civile del Clero, la quale fu promulgata dall’Assemblea Costituente il 12 luglio 1790.

Dopo il 1789, fu abolito anche l’ultimo retaggio feudale in Francia.

Gli ordini religiosi che non svolgevano una funzione sociale (come l’insegnamento e la funzione ospedaliera) furono soppressi.

La Chiesa francese perse anche le decime.

Così, essa divenne un corpo dipendente dallo Stato.

La Costituzione Civile del Clero obbligò i membri del clero a giurare.

Questo scatenò il timore a Roma.

Il 1° agosto 1790, re Luigi XVI cercò l’approvazione della Costituzione Civile del Clero da parte del Papa.

Papa Pio VI non approvò.

Anzi, con i brevi del 10 marzo e del 13 aprile 1791, condannò la Costituzione Civile del Clero.

Egli vide in ciò una sorta di “riedizione” dell’Atto di Supremazia di re Enrico VIII.

Il timore, in un certo senso, ebbe un suo fondamento.

Per certi versi, la Costituzione Civile mise in discussione il controllo papale sulla Chiesa di Francia.

In qualche modo, la Costituzione Civile si rifece all’Atto di Supremazia inglese del 1534.

Per esempio, anche l’Atto di Supremazia impose un giuramento da parte dei membri del clero, esattamente come la Costituzione Civile del Clero francese.

Certo, quest’ultima attribuiva al Papa le decisioni circa le norme dogmatiche (a differenza dell’Atto di Supremazia inglese, la quale avocava al re tali prerogative) ma se una decisione di codesto tipo non fosse piaciuta allo Stato francese cosa sarebbe accaduto?

Dunque, ci fu un rischio di scisma che si concretò di fatto con la spaccatura tra il clero giurato e quello refrattario.

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