John Colet, l’umanista anticipatore di San Giovanni Paolo II

John Colet

Ieri, si è commemorata la morte di San Giovanni Paolo II Papa e mi è venuto in mente di scrivere un articolo su John Colet (1466 o 1467-16 settembre 1519).

John Colet operò durante il regno di re Enrico VII e nel primo decennio di quello di re Enrico VIII.

Egli fu un religioso che operò come decano della cattedrale di San Paolo di Londra.

Sostenitore delle idee di Erasmo da Rotterdam, il pensiero di Colet rischiò di essere giudicato come eretico ma l’arcivescovo di Canterbury William Warham evitò il processo al religioso.

Nel 1512, durante una Convocazione del Clero nella cattedrale di San Paolo a Londra, Colet pronunciò un sermone che scrisse.

Tale sermone è conosciuto come Convocation Sermon.

Warham invitò Colet a tenere il discorso, discorso che si rivelò sia diretto che perspicace, ed è uno dei suoi sermoni meglio conosciuti, in quanto in esso molte tematiche espresse da Colet emergono.

Rappresenta il suo lavoro, o come Colet disse di sé stesso, egli “sta parlando per lo zelo, un uomo che sta soffrendo per la rovina della Chiesa“. Inoltre, Colet dichiara che egli giunse “…qui oggi, o padri, per ammonirvi a deliberare, in questo vostro Concilio, riguardo alla riforma della Chiesa“.

In poche parole, Colet sosteneva che si potesse riformare la Chiesa senza rinnegarne la Tradizione.

Colet visse durante il periodo nel quale Lutero affisse le famose 95 testi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg, dando inizio al moto protestante.

Per Colet, invece, la Chiesa poteva (e doveva) essere riformata senza toccare la Tradizione.

Il tema è attuale e il sermone di Colet dovrebbe essere letto ancora oggi.

Tale riforma della Chiesa è espressa in vari punti di quel sermone.

Nel paragrafo introduttivo del suo sermone, Colet critica lo stile di vita dei preti, spiegando che i preti dovrebbero essere un esempio per gli altri come un faro di luce; perché se loro invece delle figure dell’oscurità, la Chiesa sarà inabissata nelle tenebre.

Colet cita quattro malvagi, riferendosi a San Paolo, i quali costituiscono la corruzione dello stile di vita degli ecclesiastici: l’orgoglio diabolico, la concupiscenza della carne, la cupidigia e le occupazioni mondane.

All’epoca, la proposta di Colet sarebbe potuta essere un’alternativa a ciò che voleva fare Lutero.

Purtroppo, non fu ascoltato.

Sappiamo tutti come andò a finire in Inghilterra.

Colet sosteneva la possibilità di riformare la Chiesa senza rinnegare la tradizione.

Tuttavia, la proposta di riforma è attuale e una figura come San Giovanni Paolo II rappresenta un esempio attuale di ciò.

Per essere dei veri riformatori non serve stravolgere tutto.

Peccato che qualcuno del giorno d’oggi non abbia capito ciò.

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