Tra la Toscana e gli Inglesi vi è uno strano feeling. Ancora oggi, tanta gente d’Oltremanica raggiunge i luoghi di questa bellissima regione.
Questo interesse degli Inglesi per i luoghi della Toscana è storico.
Per esempio, re Enrico VIII amava farsi mandare i vini toscani e si avvalse di artisti di quella terra, come Pietro Torrigiano (1472-1528).
Questi realizzò le opere d’arte della Lady Chapel dell’Abbazia di Westminster.
Il conte di Surrey Henry Howard (1517-19 gennaio 1547) fu un poeta e come poeta dovette molto ad un poeta toscano, di Arezzo, Francesco Petrarca (20 luglio 1304-19 luglio 1374).
Testimonianze di questo legame tra la gente albionica e la regione culla del Rinascimento sono anche le chiese ed ex-chiese anglicane ivi presenti.
Un esempio è l’ex-chiesa anglicana di Bagni di Lucca, della quale ho scritto anche nel libro intitolato “Viaggio da Genova a Roma“.
La chiesa anglicana di Bagni di Lucca non ha più una funzione cultuale ma è una biblioteca.
Tuttavia, ci sono anche altre chiese anglicane.
A Firenze ci sono due chiese anglicane, quella di Saint Mark e quella di Saint James.
Quest’ultima è la chiesa degli episcopali americani.
Molto probabilmente, gli inglesi amano molto la Toscana perché vedono in quella terra paesaggi a loro familiari.
Non poche famiglie inglesi si trasferirono in quella terra, per trovare un clima migliore, pur potendo vedere paesaggi a loro familiari, con le dolci colline.
Del resto, agli Inglesi piaceva anche studiare la cultura italiana.
Ricordiamo personalità come Florence Nightinghale (12 maggio 1820-13 agosto 1910).
Ella nacque a Firenze.
Florence Nightingale contribuì non poco alla fondazione della Croce Rossa.
Questo ci dà l’idea del profondo legame tra la terra di Toscana e gli Inglesi, un legame storico che difficilmente potrà essere spezzato.